mercoledì 29 gennaio 2020

Villa Spigarelli

“L’importante e vasto complesso archeologico situato in proprietà Spigarelli, a Piazza Santa Teresa, venne alla luce nei primi anni del Novecento quando il proprietario del terreno mise mano alla costruzione della propria villa il cui impianto fu fatto coincidere esattamente con quello della villa romana precedente.
Il Lugli aveva già individuato un nucleo di strutture in opera reticolata databili all’età repubblicana. A questo nucleo antico dovevano appartenere anche i pochi resti, quasi tutti ipogei ed ancora visibili sulla facciata settentrionale dell’attuale villa.
A questa prima fase repubblicana se ne aggiunge un’altra in età imperiale verso la metà del I sec. d.C., ben più vasta e fastosa ma che purtroppo non ci permette lo stesso, almeno per ora, di comprendere appieno la natura delle strutture. Queste sono generalmente in opera mista, mostrano un andamento ortogonale NS, EW e si articolano il lunghi corridoi, vani rettangolari e piccoli ambulacri. Numerosi pavimenti conservano mosaici di tipo geometrico e sono delimitati da pareti che, almeno nella zoccolatura, mostrano un rivestimento in cortina marmorea. Non mancano tramezzature che modificano ulteriormente questo secondo impianto imperiale, con mosaici a grandi tessere marmoree policrome e muri in opera vittata che denotano interventi di restauro e ristrutturazioni più tarde.
Un grande e spesso muraglione in laterizio delimitava nel lato meridionale il corpo costruttivo centrale del palazzo, mentre un criptoportico seminterrato, conservato oggi per circa 25 m., costituiva un utile terrazzamento e comodo collegamento  dell’intero edificio con il giardino sottostante.
Il criptoportico, ricavato in parte nel banco di macco, su cui poggiano le fondamenta della villa stessa, conserva ancora parte della volta in opera cementizia e nel lato meridionale una serie di finestre o feritoie, costruite per l’areazione dell’ambiente.
Due grossi archi in laterizio rinforzano la volta con possenti costolature. La tecnica muraria utilizzata nella costruzione del complesso in età imperiale, richiama per la maggior parte delle strutture, quella ben nota ad Anzio di età neroniana mentre gli interventi successivi si possono datare in parte all’età domizianea e soprattutto all’età di Diocleziano”.

(Pino Chiarucci – Anzio Archeologica)













foto di M. Ceccarini 2013
 












Immagini tratte da
MOSAICI ANTICHI IN ITALIA 
CNR - Antium 
a cura di V.S.M. Scrinari e M.L. Morricone Matini
Istituto Poligrafico dello Stato - Roma
 
 
 












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