martedì 10 maggio 2022

VILLA ADELE

 







VILLA ADELE

Costruita nel Seicento, secolo in cui Anzio e Nettuno attirano l’interesse del Vaticano. Nasce come casino di caccia dei Cesi, fatto costruire dal Cardinale Bartolomeo Cesi di Acquasparta, tesoriere della Camera Apostolica. I Cesi di Acquasparta sono stati una famiglia proveniente dall’Umbria, da Acquasparta (TR), dove tutt’ora esiste un Palazzo Cesi in stile rinascimentale i cui architetti erano esponenti della scuola del Vignola, così come questo di Anzio.

Iacopo Barozzi detto il Vignola, dal luogo in cui era nato in provincia di Modena. Architetto esponente del Manierismo, scrisse un importante trattato di architettura. Formatosi a Bologna, si trasferirà poi a Roma e lavorerà per i Farnese - Horti Farnesiani sul Palatino, Palazzo di Caprarola (VT) – Fu anche architetto capo in Vaticano dopo la morte di Michelangelo. 

Gli architetti o artisti in genere che sono stati chiamati a lavorare per le ville cardinalizie di Anzio sono stati sempre di prim’ordine in quanto gli stessi che lavoravano per i Papi alle chiese o palazzi nobiliari di Roma. I Papi e i loro relativi nipoti Cardinali provenivano da importanti famiglie nobiliari. Tanto per fare un esempio, i Pamphilj che saranno quelli che per primi acquisteranno dai Cesi questo casino di caccia.

Perché questo rinnovato interesse dello Stato Pontificio alla zona di Anzio? Zona che dopo la caduta dell’Impero romano era finita nell’oblio, dando spazio solo a boschi e foreste. La popolazione si era riversata tutta nella zona della attuale Nettuno, dove infatti esiste un borgo medievale, il che ci racconta che in questo territorio la vita era andata avanti ma non nella attuale Anzio.

Nel 1594 il Papa Clemente VIII Aldobrandini acquista da Marco Antonio Colonna il feudo di “Nettuno, Porto d’Anzio e Fortezza di Torre Astura”. Le famiglie Colonna e Orsini si erano contese per secoli il controllo di questo territorio. Il feudo va quindi sotto il controllo della Camera Apostolica, amministratrice dello Stato Pontificio. Il Papa chiama a rilanciare il territorio il Cardinale Cesi, che aveva il palazzo di rappresentanza in Piazza Colonna a Nettuno.

La struttura architettonica originaria era di Villa fortificata (immaginiamo che tutto intorno era foresta) e richiamava l’impianto di ville come Palazzo Farnese a Caprarola. Immaginiamo per un momento il patrimonio archeologico di inestimabile valore che c’era tutto intorno a questo casino di caccia, dal momento che ad Anzio in epoca romana c’era stata una Villa Imperiale e non solo, un porto romano. Da allora i proprietari di queste ville cardinalizie (le successive saranno le attuali Villa Borghese, Villa Albani e Villa Sarsina) entreranno in possesso di statue, colonne, reperti archeologici in genere che useranno in tanti modi, come riutilizzare i marmi per creare calce per le nuove costruzioni o trasferire ciò che più preferivano nei propri palazzi nobiliari a Roma.

Tornando alla nostra Villa Adele, immaginiamone i terreni adibiti a vigneti tutti digradanti verso mare, e il vino che ne veniva prodotto andava per la maggior parte anche a Roma in Vaticano. A proposito di resti antichi, tutt’ora all’interno del parco di Villa Adele si possono scorgere i resti dell’Agger, il muro di difesa (in opera quadrata disposto a gradoni) che circondava la antica cittadina ancora prima dell’avvento dei romani, quando le popolazioni erano quelle italico tirreniche e anche volsche.

Tra gli eredi del Cardinale ricordiamo Federico Cesi detto il Linceo, che è stato uno studioso appassionato di scienze naturali, soprattutto Botanica e che infatti per questo motivo amava molto soggiornare ad Anzio. Fu lui che fondò insieme ad altri studiosi l’Accademia dei Lincei. Linceo è un termine che deriva dalla acutezza di sguardo della Lince, paragonata alla acutezza degli studiosi.

Nel 1648 la proprietà passò alla famiglia Pamphilj. Originari di Gubbio, quindi umbri anch’essi, vantavano un Papa proprio in quegli stessi anni. Papa Innocenzo X Pamphilj era lo zio del Cardinale che comprò la Villa. Il Cardinale Camillo Pamphilj acquistò nel 1648 il casino di Anzio motivato soprattutto dalla ricchezza dei reperti archeologici.  Come detto sopra, per i vari ampliamenti la calce che veniva utilizzata era ottenuta dalla cottura dei marmi antichi, ma questo non ci deve sorprendere se pensiamo che anche il marmo travertino che circondava il Colosseo fu riutilizzato per decorare Chiese del calibro di San Pietro o palazzi come Palazzo Venezia. Palazzo Farnese, Palazzo Barberini.

Camillo era figlio di Donna Olimpia, una donna molto influente a quel tempo, chiamata la Papessa perché quasi più importante del Papa stesso che era suo cognato. Per arrivare ai favori del Papa bisognava passare attraverso di lei che si arricchì moltissimo per questo.

La figlia di Camillo sposò un Doria, da qui il motivo per cui la Villa di Roma si chiama Villa Doria Pamphilj. La moglie di Camillo era Olimpia Aldobrandini e uno dei figli sarà un cardinale molto influente ad Anzio al tempo della costruzione del porto innocenziano. Sarà il Cardinale Benedetto Pamphilj che incontrerà il favore del Papa Innocenzo XII Pignatelli che lo incaricò della costruzione del Porto, dell’Arsenale e di una prima chiesetta dedicata a Sant’Antonio, siamo ormai alla fine del Seicento. Durante la sopraintendenza a questi lavori furono rinvenuti moltissimi reperti, come ad esempio la statua del vecchio pescatore che si trova ai Musei Vaticani.

Nella prima metà del XIX secolo, siamo arrivati quindi all’Ottocento, la Villa passa di proprietà alla Famiglia Borghese.

Il Principe Francesco Borghese Aldobrandini aveva una moglie di nome Adele, appartenente alla famiglia “de la Rochefoucauld”, ed è da lei che deriva il nome “Villa Adele”. Fu donna di corte della Imperatrice Giuseppina (di Beauharnais) prima moglie di Napoleone I. Adele rimase vedova e da quel momento si dedicò totalmente ad opere di beneficenza particolarmente nel campo dell’istruzione. Fece aprire molte scuole soprattutto per le classi più disagiate a Nettuno, Artena, Pratica di Mare, Frascati e Roma.

Tra le varie ristrutturazioni dei Borghese, il prolungamento delle ali con interposta la sala delle Conchiglie che prende il posto di un cortile.

Arriviamo al 1909, anno in cui la Villa fu venduta dalla famiglia Borghese ai fratelli Iandolo e Tavazzi, antiquari romani che vennero diffidati dalla Direzione Generale per le antichità e Belle Arti dal fare scavi, cosa che speravano di fare quando la avevano acquistata. Furono per questo costretti a cederla alla Banca d’Italia.

Nel 1927 divenne un elegante albergo, l’Hotel Excelsior, in quanto si costruiva a quel tempo il Paradiso sul mare che sarebbe dovuto diventare un casinò e la previsione era che questo avrebbe portato un maggiore afflusso turistico. 

Dieci anni dopo sarà acquistata dalla “Segreteria Generale dei Fasci all’Estero” e successivamente diventerà della Santa Sede che ospiterà grazie alla “Pontificia Opera Assistenza” i profughi della Libia nel periodo in cui sarà chiamata “Villa Pia”.

Nel 1964 passerà al Comune di Anzio che la adibirà a scuola elementare e

parco pubblico.

 

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