VILLA
ADELE
Costruita
nel Seicento, secolo in cui Anzio e Nettuno attirano l’interesse del Vaticano.
Nasce come casino di caccia dei Cesi, fatto costruire dal Cardinale Bartolomeo
Cesi di Acquasparta, tesoriere della Camera Apostolica. I Cesi di Acquasparta
sono stati una famiglia proveniente dall’Umbria, da Acquasparta (TR), dove
tutt’ora esiste un Palazzo Cesi in stile rinascimentale i cui architetti erano
esponenti della scuola del Vignola, così come questo di Anzio.
Iacopo
Barozzi detto il Vignola, dal luogo in cui era nato in provincia di Modena.
Architetto esponente del Manierismo, scrisse un importante trattato di
architettura. Formatosi a Bologna, si trasferirà poi a Roma e lavorerà per i
Farnese - Horti Farnesiani sul Palatino, Palazzo di Caprarola (VT) – Fu anche
architetto capo in Vaticano dopo la morte di Michelangelo.
Gli
architetti o artisti in genere che sono stati chiamati a lavorare per le ville
cardinalizie di Anzio sono stati sempre di prim’ordine in quanto gli stessi che
lavoravano per i Papi alle chiese o palazzi nobiliari di Roma. I Papi e i loro
relativi nipoti Cardinali provenivano da importanti famiglie nobiliari. Tanto
per fare un esempio, i Pamphilj che saranno quelli che per primi acquisteranno
dai Cesi questo casino di caccia.
Perché
questo rinnovato interesse dello Stato Pontificio alla zona di Anzio? Zona che
dopo la caduta dell’Impero romano era finita nell’oblio, dando spazio solo a
boschi e foreste. La popolazione si era riversata tutta nella zona della
attuale Nettuno, dove infatti esiste un borgo medievale, il che ci racconta che
in questo territorio la vita era andata avanti ma non nella attuale Anzio.
Nel
1594 il Papa Clemente VIII Aldobrandini acquista da Marco Antonio Colonna il
feudo di “Nettuno, Porto d’Anzio e Fortezza di Torre Astura”. Le famiglie
Colonna e Orsini si erano contese per secoli il controllo di questo territorio.
Il feudo va quindi sotto il controllo della Camera Apostolica, amministratrice
dello Stato Pontificio. Il Papa chiama a rilanciare il territorio il Cardinale
Cesi, che aveva il palazzo di rappresentanza in Piazza Colonna a Nettuno.
La
struttura architettonica originaria era di Villa fortificata (immaginiamo che
tutto intorno era foresta) e richiamava l’impianto di ville come Palazzo Farnese
a Caprarola. Immaginiamo per un momento il patrimonio archeologico di
inestimabile valore che c’era tutto intorno a questo casino di caccia, dal
momento che ad Anzio in epoca romana c’era stata una Villa Imperiale e non
solo, un porto romano. Da allora i proprietari di queste ville cardinalizie (le
successive saranno le attuali Villa Borghese, Villa Albani e Villa Sarsina)
entreranno in possesso di statue, colonne, reperti archeologici in genere che
useranno in tanti modi, come riutilizzare i marmi per creare calce per le nuove
costruzioni o trasferire ciò che più preferivano nei propri palazzi nobiliari a
Roma.
Tornando
alla nostra Villa Adele, immaginiamone i terreni adibiti a vigneti tutti
digradanti verso mare, e il vino che ne veniva prodotto andava per la maggior
parte anche a Roma in Vaticano. A proposito di resti antichi, tutt’ora
all’interno del parco di Villa Adele si possono scorgere i resti dell’Agger, il
muro di difesa (in opera quadrata disposto a gradoni) che circondava la antica
cittadina ancora prima dell’avvento dei romani, quando le popolazioni erano
quelle italico tirreniche e anche volsche.
Tra
gli eredi del Cardinale ricordiamo Federico Cesi detto il Linceo, che è stato
uno studioso appassionato di scienze naturali, soprattutto Botanica e che
infatti per questo motivo amava molto soggiornare ad Anzio. Fu lui che fondò
insieme ad altri studiosi l’Accademia dei Lincei. Linceo è un termine che
deriva dalla acutezza di sguardo della Lince, paragonata alla acutezza degli
studiosi.
Nel
1648 la proprietà passò alla famiglia Pamphilj. Originari di Gubbio, quindi
umbri anch’essi, vantavano un Papa proprio in quegli stessi anni. Papa
Innocenzo X Pamphilj era lo zio del Cardinale che comprò la Villa. Il Cardinale
Camillo Pamphilj acquistò nel 1648 il casino di Anzio motivato soprattutto
dalla ricchezza dei reperti archeologici. Come detto sopra, per i
vari ampliamenti la calce che veniva utilizzata era ottenuta dalla cottura dei
marmi antichi, ma questo non ci deve sorprendere se pensiamo che anche il marmo
travertino che circondava il Colosseo fu riutilizzato per decorare Chiese del
calibro di San Pietro o palazzi come Palazzo Venezia. Palazzo Farnese, Palazzo
Barberini.
Camillo
era figlio di Donna Olimpia, una donna molto influente a quel tempo, chiamata
la Papessa perché quasi più importante del Papa stesso che era suo cognato. Per
arrivare ai favori del Papa bisognava passare attraverso di lei che si arricchì
moltissimo per questo.
La
figlia di Camillo sposò un Doria, da qui il motivo per cui la Villa di Roma si
chiama Villa Doria Pamphilj. La moglie di Camillo era Olimpia Aldobrandini e
uno dei figli sarà un cardinale molto influente ad Anzio al tempo della
costruzione del porto innocenziano. Sarà il Cardinale Benedetto Pamphilj che
incontrerà il favore del Papa Innocenzo XII Pignatelli che lo incaricò della
costruzione del Porto, dell’Arsenale e di una prima chiesetta dedicata a
Sant’Antonio, siamo ormai alla fine del Seicento. Durante la sopraintendenza a
questi lavori furono rinvenuti moltissimi reperti, come ad esempio la statua
del vecchio pescatore che si trova ai Musei Vaticani.
Nella
prima metà del XIX secolo, siamo arrivati quindi all’Ottocento, la Villa passa
di proprietà alla Famiglia Borghese.
Il
Principe Francesco Borghese Aldobrandini aveva una moglie di nome Adele,
appartenente alla famiglia “de la Rochefoucauld”, ed è da lei che deriva il
nome “Villa Adele”. Fu donna di corte della Imperatrice Giuseppina (di Beauharnais) prima moglie di
Napoleone I. Adele rimase vedova e da quel momento si dedicò totalmente ad
opere di beneficenza particolarmente nel campo dell’istruzione. Fece aprire
molte scuole soprattutto per le classi più disagiate a Nettuno, Artena, Pratica
di Mare, Frascati e Roma.
Tra le varie ristrutturazioni dei Borghese, il
prolungamento delle ali con interposta la sala delle Conchiglie che prende il
posto di un cortile.
Arriviamo al 1909, anno in cui la Villa fu venduta
dalla famiglia Borghese ai fratelli Iandolo e Tavazzi, antiquari romani che
vennero diffidati dalla Direzione Generale per le antichità e Belle Arti dal
fare scavi, cosa che speravano di fare quando la avevano acquistata. Furono per
questo costretti a cederla alla Banca d’Italia.
Nel 1927 divenne un elegante albergo, l’Hotel
Excelsior, in quanto si costruiva a quel tempo il Paradiso sul mare che sarebbe
dovuto diventare un casinò e la previsione era che questo avrebbe portato un
maggiore afflusso turistico.
Dieci anni dopo sarà acquistata dalla “Segreteria
Generale dei Fasci all’Estero” e successivamente diventerà della Santa Sede che
ospiterà grazie alla “Pontificia Opera Assistenza” i profughi della Libia nel periodo
in cui sarà chiamata “Villa Pia”.
Nel 1964 passerà al Comune di Anzio che la adibirà a
scuola elementare e
parco pubblico.