Con la caduta dell’Impero romano , nell’alto Medioevo, Roma
conserva la funzione di punto di riferimento dei residui traffici marittimi.
Inizia un lungo periodo, dal VI sec. al XVII sec., che viene definito da C.
Marigliani in “Storia di Anzio”, il
lungo autunno di Anzio. Nonostante tutto il porto della antica Antium mantenne
la sua importanza.
Nell’VIII sec. Anzio figurava tra le domuscultae costituite da
Papa Zaccaria (741-752). La Domusculta era una particolare forma di azienda
agricola diffusa tra i sec. VII e X nei feudi monastici e aveva la funzione di
rivitalizzare le aree depresse spopolate, ad esempio, dalle invasioni
barbariche.
L’opera di Papa Zaccaria fu continuata da Papa Adriano I
(772-795) che ripristinò anche molti acquedotti. Nel Lazio meridionale lungo la
costa, i territori che erano stati del fisco imperiale come per esempio le
residenze degli imperatori e della loro corte come era stata Antium, passarono
probabilmente al Patrimonio di Santa Romana Chiesa. Papa Zaccaria aveva acquistato
Anzio e Formia che facevano parte di quei territori che andarono sotto il
controllo della Chiesa e quindi di Roma. L’amministrazione pontificia disponeva
quindi delle derrate alimentari per il proprio sostentamento che derivavano da
questi territori. Fu emanato anche uno statuto speciale a tal proposito.
Il porto aveva quindi ancora una sua funzione, affiancato
all’approdo di Astura, così come si evidenzia nella Cosmographia dell’Anonimo
Ravennate nell’ VIII sec.
Nettuno come località relativa al porto di Astura viene invece
per la prima volta citata nella Geographica di Guido nel IX sec.
Sulla fine di Anzio ci sono opinioni discordanti, una di queste la fa risalire al 500 (VI sec.) sotto Totila che fu Re degli Ostrogoti dal 541 al 552 e che durante la guerra greco-gotica tenne sotto controllo la penisola italica contro l’Impero bizantino. Periodo in cui vennero distrutte le città e devastate le campagne. Nel VII sec arrivarono anche i Saraceni, ma Anzio era già distrutta.
Questi distrussero ulteriormente l’antico porto neroniano. I pochi anziati scampati al ferro e al fuoco si rifugiarono dapprima nelle foreste e poi nel tempio di Nettuno.
(Fonte: Storia di Anzio – Clemente Marigliani – Città di
Anzio)
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