martedì 23 giugno 2020
domenica 21 giugno 2020
martedì 16 giugno 2020
Il lungo autunno di Anzio
Con la caduta dell’Impero romano , nell’alto Medioevo, Roma
conserva la funzione di punto di riferimento dei residui traffici marittimi.
Inizia un lungo periodo, dal VI sec. al XVII sec., che viene definito da C.
Marigliani in “Storia di Anzio”, il
lungo autunno di Anzio. Nonostante tutto il porto della antica Antium mantenne
la sua importanza.
Nell’VIII sec. Anzio figurava tra le domuscultae costituite da
Papa Zaccaria (741-752). La Domusculta era una particolare forma di azienda
agricola diffusa tra i sec. VII e X nei feudi monastici e aveva la funzione di
rivitalizzare le aree depresse spopolate, ad esempio, dalle invasioni
barbariche.
L’opera di Papa Zaccaria fu continuata da Papa Adriano I
(772-795) che ripristinò anche molti acquedotti. Nel Lazio meridionale lungo la
costa, i territori che erano stati del fisco imperiale come per esempio le
residenze degli imperatori e della loro corte come era stata Antium, passarono
probabilmente al Patrimonio di Santa Romana Chiesa. Papa Zaccaria aveva acquistato
Anzio e Formia che facevano parte di quei territori che andarono sotto il
controllo della Chiesa e quindi di Roma. L’amministrazione pontificia disponeva
quindi delle derrate alimentari per il proprio sostentamento che derivavano da
questi territori. Fu emanato anche uno statuto speciale a tal proposito.
Il porto aveva quindi ancora una sua funzione, affiancato
all’approdo di Astura, così come si evidenzia nella Cosmographia dell’Anonimo
Ravennate nell’ VIII sec.
Nettuno come località relativa al porto di Astura viene invece
per la prima volta citata nella Geographica di Guido nel IX sec.
Sulla fine di Anzio ci sono opinioni discordanti, una di queste la fa risalire al 500 (VI sec.) sotto Totila che fu Re degli Ostrogoti dal 541 al 552 e che durante la guerra greco-gotica tenne sotto controllo la penisola italica contro l’Impero bizantino. Periodo in cui vennero distrutte le città e devastate le campagne. Nel VII sec arrivarono anche i Saraceni, ma Anzio era già distrutta.
Questi distrussero ulteriormente l’antico porto neroniano. I pochi anziati scampati al ferro e al fuoco si rifugiarono dapprima nelle foreste e poi nel tempio di Nettuno.
(Fonte: Storia di Anzio – Clemente Marigliani – Città di
Anzio)
martedì 2 giugno 2020
ANZIO, LA VILLA IMPERIALE, cd. VILLA DI NERONE (ricostruzione virtuale) - by Arch. Davide Caresta
(Arch. Davide Caresta)
https://www.youtube.com/watch?v=0x0k8QV1oVA
Il Vallo Volsco
https://www.youtube.com/watch?v=K8JmzGWsKZQ
Resti di "Aggere" tra le case nel quartiere di Santa Teresa
Una
storia di Volsci e di Romani – Coriolano -
Il
Vallo Volsco di Anzio è una delle attrazioni che un visitatore è invitato ad
ammirare. Ma cosa è un Vallo e perché lo chiamiamo Volsco? Il Vallo, dal latino Vallum, era per gli antichi romani la palizzata di legno piantata al di sopra e a rinforzo di un aggere difensivo. I romani ne fecero grande uso, adoperarono il termine Vallum anche per designare l'insieme della palizzata e dell'aggere e talvolta ogni opera difensiva, sia una cinta murale sia un limes; così sono chiamate con questo nome le fortificazioni di Adriano e di Antonino in Britannia. Anzio ha una particolare morfologia geologica, e questo ha influito sin dai tempi più remoti al suo particolare sviluppo,
grazie anche ad una serie di altri importanti fattori quali il clima, la pesca
e l’agricoltura. Anzio ha una zona posta in alto, una acropoli naturale,
l’attuale zona di Santa Teresa, e due riviere, quella di levante a oriente e
quella di ponente ad occidente. Tra le due riviere un attracco naturale, quello
che nel I sec. d.C. diventerà il Porto di Nerone. Il Porto naturale è
documentato dalle fonti più antiche, che ci mostrano come l’arte marinara degli
anziati era molto avanzata sin dai tempi più remoti.
Tracce
dell’abitato più antico sono state trovate sotto l’acropoli naturale, detta
anche il Colle delle Vignacce a causa del suo terreno difficile da coltivare per
gli strati archeologici dell’abitato più antico. Ad ovest di Anzio, verso
ponente, è stata trovata una Necropoli, lontana dall’abitato e verso il mare,
sotto la zona dell’attuale scuola di Viale Severiano. Gli oggetti rinvenuti
sono databili alla prima età del ferro (900-850 a C.).
Il
Colle delle Vignacce era protetto da una struttura difensiva , un AGERE di
terreno con fossato e controvallo esterno. Questo seguiva l’andamento naturale
del pianoro, che non è altro che il letto di un antico fiume. Il termine Agere
deriva dal latino e significa “agire”, un termine che deriva dal diritto romano
e che vuol dire “difendere”. Quindi AGGER è il nome latino dell’argine o
terrapieno, che può essere un vallo difensivo di terra sostenuta anche da un
muro di contenimento. A Roma abbiamo l’Agger Servianus, le mura serviane, quelle
della Stazione Termini, che risalgono al VI sec. perché iniziate sotto
Tarquinio Prisco e poi ampliate dal successore Servio Tullio, sesto Re di Roma
(578 – 539 a.C.).
Tornando
al nostro Vallo, i primi insediamenti sono databili all’VIII sec. a.C. Volendo
dare qualche riferimento della geologia della zona, la roccia si è formata nel
pliocene medio, nel periodo inter-glaciale, per dare una idea, un milione e
mezzo di anni fa. Il materiale roccioso è il MACCO, che è una pietra tufacea
molle, grezza, quindi facilmente scavabile sin dai tempi più remoti. Il macco è
un accumulo di detriti, frammenti di gusci, di conchiglie, di calcareniti. Al
contrario, ad esempio, della pietra leccese, che è una arenaria calcarea più
antica e più pregiata. L’Agere di Anzio nella parte sud-ovest è stato inglobato
nella città soprattutto dagli anni sessanta.
Il
Vallo di Anzio viene più precisamente definito dagli studiosi Vallo italico
tirrenico in quanto già esistente prima dell’arrivo dei Volsci. E’ una
struttura difensiva che si delinea per quasi 4 km a protezione dei confini
urbani della antica Antium. Si estende da ponente a levante, da mare a mare. Ha
un perimetro di 3.900 metri. Nel corso dei secoli i popoli che si sono
susseguiti hanno apportato rafforzamenti e modifiche ove necessario.
Le
prime popolazioni che abitarono questa zona si insediarono in un piccolo
territorio, coincidente con il Capo d’Anzio, rialzato a strapiombo su fronte
mare, pianeggiante per un primo tratto intorno al mare (Valle di Anzio) poi
sormontato da un’altura, l’attuale zona di Santa Teresa. Il tutto era delimitato
a monte e lateralmente a ponente fino al mare dal largo alveo secco di un
antico fiume (paleofiume). Questo avvallamento fu utilizzato per difendere la
parte a monte dell’altopiano a protezione del territorio stesso. Nel II
millennio a.C. viene completato il Vallo scavando il tratto mancante fino alla
costa di levante. Sulla fine del millennio inizia la fortificazione del vallo
con la costruzione di un “agere” per creare la città murata. La costruzione dell’intero
Agere viene stimata tra il IX (nono) e il VII (settimo) sec. a. C.
Nel
V° sec. a.C. Anzio viene conquistata dai Volsci. Siamo nel 491 a.C. quando
l’esercito volsco volge contro Roma.
Qualche
riferimento storico:
496
a.C. Roma sconfigge la Lega Latina
494
a.C. Menenio Agrippa sul Monte Sacro interviene sulla ribellione tra Patrizi e
Plebei con la istituzione dei Tribuni della Plebe.
494
a.C. Battaglia del Lago Regillo (Tarquinio il Superbo): Antico lago prosciugato
nel XVII sec. situato nella attuale Montecompatri tra la Via Prenestina e la
Via Casilina. Celebre per la battaglia tra la Lega Latina e i Romani. Tito
Livio ne fa una narrazione epica legata al costituirsi di Roma come grande
potenza per volontà divina. Deve essere stata comunque l’ultima delle tante
lotte tra i Latini e i Romani. L’episodio vede il Re Tarquinio combattere al
fianco dei Latini. Dalla parte dei Romani i Dioscuri Castore e Polluce (Tempio
dei Dioscuri è al Foro Romano) a cavallo che dettero poi l’annuncio della
vittoria a Roma presso la fonte di Giuturna. (fonte Treccani) .
493
a.C. Foedus Cassianum – Trattato di Alleanza tra Romani e Latini
493
a.C. i Volsci si insediano nel territorio di Anzio
468
a.C. Roma conquista Anzio e crea la prima colonia latina
459
a.C. I volsci si riprendono Anzio
338
a.C. definitiva sottomissione di Anzio da parte di Roma, in seguito alla
Battaglia sul fiume Astura vinta dai Consoli Furio Camillo e Gaio Maenio. In
questa battaglia la navi furono bruciate e i rostri delle navi di Anzio furono
portati a Roma nella tribuna d’onore del foro, detta da allora “i rostri”.
CORIOLANO: Siamo nello stesso periodo storico in cui visse Coriolano, che era un nobile romano della Gens Marcia, Caio Marzio (527-490 a.C.). Fu un valoroso generale al tempo della guerra contro i volsci. Il soprannome Coriolano deriva dalla conquista di Corioli, era il tempo in cui Roma conquistava le città latine. Gli anni in cui visse sono quelli del passaggio dalla Monarchia alla Repubblica (2 Consoli: Bruto e Collatino). Era una prima forma di Repubblica in cui il popolo era riuscito a far eleggere dei propri rappresentanti, i Tribuni della Plebe. Sono quindi gli anni delle lotte tra Patrizi e Plebei. Sono gli stessi anni in cui Cartagine aveva il monopolio sul Mediterraneo.
Coriolano fu detestato dal popolo per più di
un motivo: si era rifiutato di chiedere i voti come d’uso per essere eletto
Console perché era restio ad atti di umiltà, si era opposto alla istituzione dei Tribuni
della Plebe che erano appunto i rappresentanti della Plebe, si era anche
opposto alla riduzione del costo del grano in un periodo di carestia.
L’impresa
militare che gli darà il soprannome di “Coriolano” sarà la conquista di Corioli,
città dei Volsci guidati da Tullio Aufidio. Coriolano fu un politico privo di
retorica e più avvezzo alle armi, sicuramente in battaglia era molto valoroso, ma
aveva un carattere superbo e per niente democratico, cosa che lo porterà poi
alla rovina.
Costretto
all’ esilio, si allontana verso Anzio, dove incontra nuovamente il generale dei
Volsci, Tullo Aufidio, suo nemico. Coriolano, in cerca di rivalsa contro Roma,
si unisce al nuovo alleato per riprendere le ostilità contro Roma, ma una volta
arrivato sotto le mura dell’Urbe, la madre Volumnia e la moglie lo fermano. A
quel punto Coriolano è doppiamente traditore, e i Volsci lo condannano a morte.