mercoledì 26 febbraio 2020

Le Grotte di Nerone

Le Grotte di Nerone sono "la Casa di Nerone"? Quante volte mi sono trovata a dover spiegare, non solo ai bambini delle scuole, che cosa sono esattamente le "Grotte di Nerone".  Le Grotte di Nerone non sono i resti della Villa Imperiale ma più esattamente sono i resti dei magazzini dell'antico Porto Romano, fatto costruire dall'Imperatore Nerone. Si trovano infatti al livello del mare, quindi sulla spiaggia,  là dove sorgeva il Porto.



PORTO NERONIANO

Il porto, da sempre luogo di grande fervore commerciale e di scambi culturali, rese Anzio centro vitale di antichi splendori. Dal mare arrivarono nuove filosofie e numerosi culti come quello del Dio Mithra e più tardi il cristianesimo, ma soprattutto la funzione commerciale fu quella che diede a questa città uno straordinario sviluppo.
La primitiva occupazione dell'area dell'antica Antium risale, secondo le fonti archeologiche, agli inizi del primo millennio a.C. Il motivo dei primi stanziamenti nell'Antium latina derivò principalmente dalla sua posizione naturale: addossata all'unico promontorio esistente tra la foce del Tevere e il Circeo, sorse su un arco frastagliato di arenarie che costituiva un buon approdo per i marinai.
Questa città fu occupata dai Volsci tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C. e dal 338 a.C. divenne una colonia romana. Il crescente sviluppo dell'impero romano e il conseguente aumento dei traffici in tutto il Mediterraneo portarono al potenziamento del sistema portuale nei pressi di Roma per garantire una maggior efficienza soprattutto nei rifornimenti di grano, che aveva costituito la principale preoccupazione dei governi sul finire della repubblica. 
Con la dinastia Giulio Claudia iniziarono così i grandiosi lavori portuali che videro la costruzione del porto di Ostia (secondo il Canina datato durante il secondo consolato di Claudio) che servirono a riorganizzare gli scali marittimi nei pressi di Roma.
In questo contesto si va delineando la ricostruzione dello scalo anziate che diede un assetto funzionale alla costa romana e portò Antium al massimo splendore divenendo il luogo di villeggiatura preferito dai ricchi patrizi.
Da Svetonio sappiamo che Nerone nacque ad Anzio e che lì, fondando una colonia, fece edificare un porto, "opera costosissima...tanto da investire un'ingente quantità di denaro corrispondente a quasi tutto l'erario".
Gli architetti che per lui realizzarono questa grande opera si trovarono di fronte a problemi di spazio. Infatti l'imperatore non volle riattivare l'antico porto riutilizzato dai Volsci, ma ne fece costruire uno molto più grande adeguato alle esigenze di sviluppo della nuova Antium che doveva apparire splendida. Vennero costruiti due moli, uno orientale e uno occidentale che formavano un bacino quasi trapezoidale. I porto possedeva una sola bocca d'ingresso larga circa 60 m. e rivolta ad est. Ogni molo aveva verso l'interno una banchina che fu realizzata mediante gettate in "opus caementicium", composto molto resistente costituito da calce, pezzame di pietra e pozzolana. Quest'ultima fu largamente impiegata su tutta la costa tirrenica. La scelta dell'opera cementizia fu determinata in gran parte dalla natura sabbiosa e quindi instabile della costa, costituita da argille e argille sabbiose grigiastre. Preziose sono le testimonianze riportateci da Vitruvio nel De Architectura riguardanti le tecniche delle costruzioni in opera cementizia. Il cementizio veniva gettato in casseforme composte da paratie di legno disposte a filari che costituivano la struttura da realizzare. Probabilmente i due moli erano protetti da una scogliera artificiale.
Gli architetti romani inoltre avevano previsto, nel molo di Levante, una serie di fori e aperture circolari per permettere i passaggio della corrente ed evitare l'insabbiamento.
Oggi rimangon pochi tratti del molo di ponente, infatti l'impianto antico è profondamente danneggiato e insabbiato a causa della costruzione della nuova struttura del molo innocenziano (la sabbia di risulta dei dragaggi del porto è stata frequentemente gettata nell'antico bacino) per la cui edificazione furono riutilizzate gran parte delle strutture precedenti come fondamenta e materiali da costruzione.
Il Canina descrisse il porto costituito da due bracci distaccati e un antemurale al centro.
Dal Lanciani invece possiamo avere un'idea di come doveva apparire il porto fatto costruire da Nerone: "...Gli ormeggi che fece costruire nei porti di Ostia o di Anzio, sia che fossero di marmo o di bronzo, avevano la forma di una testa di leone o di medusa e i moli per l'attracco delle navi erano formati da blocchi di granito ben rifiniti ed avevano incise iscrizioni di lode dell'imperatore", mentre
la letteratura antica ci ha tramandato informazioni sulle considerevoli dimensioni delle "naves granarie", "vinarie", militari e del porto che le ospitava.
Esisteva inoltre una darsena ad uso esclusivo della villa imperiale che consentiva un accesso riservato per l'approdo di piccola consistenza.
Con il declino dell'impero romano andò dissolvendosi la funzione principale che aveva assunto durante quest'arco di tempo il grandioso porto voluto da Nerone, sebbene continuò ad essere usato per lo sbarco, e come punto di riferimento dei traffici marittimi di Roma. 
Fu durante il pontificato di Papa Innocenzo XII (1691-1700) che si diede un nuovo assetto alla città di Anzio, con una serie di provvedimenti atti a risollevare l'economia dello Stato della Chiesa, tra cui la costruzione del nuovo porto. 
Furono presentati due progetti, quello di Carlo Fontana, noto architetto pontificio, che voleva restaurare il porto neroniano e quello di Alessandro Zinaghi che suggeriva l'innesto di un nuovo molo nel braccio sinistro del neroniano. Si scelse il progetto di Zinaghi che si rivelò errato poiché la grande quantità di sabbia sollevata dalla corrente e dai venti orientali si riversò nel bacino del nuovo porto. Così ci racconta il Nibby: "Il porto è assai piccolo, ed è solo capace di piccole barche, siccome si vede poc'anzi, ed ogni giorno più si riempie di sabbia, essendo esposto ai venti di sud-est; il suo fondo non eccede di dieci palmi".
Si cercò per lungo tempo di risolvere i gravi problemi legati alla costruzione dell'innocenziano, considerando sempre il porto neroniano un'opera di mirabile ingegneria marittima.

- a cura di M.C.Costantini - da "Il museo racconta - percorso ragionato dei luoghi e delle cose" ed. Tipografia Marina -







IL PORTO DI NERONE in una incisione del 1837









Il luogo dove si possono ammirare le Grotte di Nerone sono una suggestiva location per servizi fotografici o filmati per eventi quali ad esempio dei matrimoni




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